Leggo e condivido virgolettando ciò che scrive Michele Serra in un articolo letto da qualche parte. “TAVOLA: povera o ricca, la tavola imbandita è l’anima di ogni casa italiana. Infelice è la casa dove non si apparecchia per gli amici. La recente tendenza a unificare cucina e soggiorno rende omaggio alla nostra storia contadina e smentisce il vezzo borghese di separare il cibo con i suoi odori e fumi, dalla conversazione. Ci sono tavoli pluricentenari che hanno visto molte generazioni discutere, litigare, odiarsi, amarsi. Nei letti si nasce e si muore, ma è attorno al tavolo che si vive.”
Aggiungo io che qualche giorno fa in studio mi fa visita una persona genuina, contadino in pensione che vuole dividere la sua casa per i due figli. Gli chiedo sorridendo come mai si fosse costruito una casa tanto grande. Lui malinconico mi risponde che gli piaceva fare baracca con gli amici, mangiare tutti insieme in venti o trenta attorno alla stessa tavola…poi, dice, gli amici si invecchiano, le cose cambiano e adesso nessuno vuol più cucinare per gli altri così ci si vede in pizzeria poi ognuno a casa sua.
Io penso tra me che oggi si fa così perché le case sono diventate loculi sempre più piccoli e costosi.