L’evento contingente per sostenere le mie convinzioni è il rivestimento del muro di una casa. Consiglio ai proprietari di rivestire il muro della loro nuova casa con le pietre della demolizione della loro vecchia casa. L’operazione è onorevole e romantica ma costa. Circa il doppio della posa di una finta pietra ricostruita dal pregevole effetto “naturale”. Perché spendere tanto di più a fronte di un risultato estetico paragonabile? Che differenza corre tra usare una pietra vera e una pietra finta? Di seguito cercherò di spiegarlo prendendola un po' alla lontana.
Visto che siamo in tema, attingo al gergo architettonico per dire che noi esseri umani, siamo un edificio complesso costituito da ben 6 piani. La lingua greca ha dato un nome a ciascuno di questi piani per descrivere la molteplicità della ricchezza che portiamo dentro di noi: soma, bios, zoe, psiche, logos, pneuma. Più saliamo di piano, più lo spirito governa sulla materia, e meno il corpo è coinvolto.
Mi soffermo per sostenere la mia tesi sul primo livello che costituisce le fondamenta dell’edificio-uomo: noi siamo soma, siamo corpo minerale, gassoso, come ogni cosa che la natura crea comprese le pietre. Nelle pietre l’energia naturale si esaurisce nel soma. Non si muovono, non parlano. Per noi la questione è diversa e progrediamo per altri cinque livelli di essere. Però questo legame di base che ci accomuna, ci trasmette sensazioni che forse la nostra mente non riesce più a cogliere, ma che avvolgono il nostro corpo e toccano le origini della vita.
Camminare accanto ad un muro di pietra autentica, ci rende sereni e quasi ci fa provare piacere. Un piacere francescano legato alla verità dei materiali, al lavoro che madre terra ha fatto per formarli. È una percezione profonda e grave che si coglie solo se e quando il corpo, e non la mente, è in ascolto.