Matteo 22,1-14...."Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti"
Dalla lettura di domenica 9 ottobre e da una bella omelia imparo che la veste nella Bibbia è importante tanto che un commensale mal vestito viene cacciato da un banchetto nuziale nel buio della notte;" la veste della festa", quella migliore, sobria e pulita è un concetto che mi piace pensare anche in architettura ed in particolare in quella residenziale. Non è vuota esibizione formale ma è essa stessa parte della sostanza di un oggetto architettonico.
Mi rammarico quando progetto e vedo progettate case dove la funzione annienta la forma, dove la distribuzione interna soggioga i prospetti. Tutto si sacrifica pur di avere un ripostiglio in più, un corridoio meno largo, due tre quattro camerette, un tinello, la finestra un po’ più qua e lo spazio si sminuzza come in uno spezzatino disordinato. E i poveri prospetti, il vestito della casa, sono la risulta sgarruppata di una pianta dominante. Non dico di ritornare all'architettura di facciata del palazzo rinascimentale ma a una veste sobria e pulita....."la veste della festa"