Ho letto da qualche parte che il “secondo” mestiere più antico del mondo è l’architetto. Già perché l’uomo fin dalle origine ha sentito il bisogno di trovarsi un riparo, costruirsi un rifugio sia esso l’antro di una caverna o il ramo di un albero. Perché lo vogliamo o no, la natura con i suoi venti, le sue nevi, i suoi caldi e le sue piogge sa essere davvero inospitale. Noi la chiamiamo “madre” per propiziarcela ma essa è semplicemente indifferente alle vicende umane. A volte poi la percepiamo persino come dispensatrice di cataclismi a espiazione delle nostre colpe.
La questione della fine del mondo del 2012 ne è un esempio. Tempeste solari e inversioni di campo magnetico terrestre spazzeranno via le nostre sofisticate tecnologie,salteranno servizi e reti di luce acqua e gas che “nutrono” di linfa vitale le nostre case. Torneremo a vivere come 100 anni fa.
Non credo alle fini del mondo da un giorno all’altro ma mi confronto con il tema immaginando le case ipertecnologiche che stiamo ora progettiamo, immerse in questi scenari catastrofici. Mi chiedo cosa sia l’essenza di una buona progettazione nei nostri climi, quale il bagaglio minimo per far sopravvivere queste case e i suoi abitanti. Mi rispondo: una pelle che isola dall’inverno e che smorza la calura estiva, un fuoco per scaldare e l’acqua per vivere. Insomma ecco il mio kit di sopravvivenza: muri spessi e isolati, un camino e un pozzo.
Ecco due aneddoti al riguardo: l’estate 2011 è stata la settima estate più calda mai registrata dal 1880. Avevamo appena terminato una nuova casa dotata di muri spessi e ben isolati. Il proprietario ha voluto che negli impianti ci fosse una predisposizione per l’aria condizionata. Ebbene alla fine dell’estate ci ha riferito che ha vissuto una delle estati più fresche a sua memoria semplicemente aprendo le finestre la sera. l’inverno del 2012 ha fatto registrare qui da noi una nevicata record con precipitazione fino a 2.00mt e temperature fino a -8°C. Avevamo appena finito una ristrutturazione con formazione di cappotto esterno. Il proprietario a fine nevicata ci ha chiamato dicendo che era rimasto senza corrente per alcuni giorni e la casa senza sorgenti di riscaldamento da 20°C era scesa appena a17°C. Tutto è bene quel che finisce bene.