La torre rappresenta più di ogni altra tipologia “storica”, una sintesi magistrale tra forma e funzione, fra architettura e struttura. La materia è il veicolo di tale sintesi. Una forma compatta, a prevalente sviluppo verticale è resa possibile da una struttura che si rende evidente in tutta la sua imponenza, attraverso la pietra e il mattone. Un qualsiasi intento di intervenire su un manufatto di questo tipo non può scindere l’architettura dalla struttura, il restauro dal consolidamento. Ingegneria e architettura, qui più che mai devono trovare una sinergia di intenti e di visioni progettuali.
Il torrione è compreso all’interno della cinta muraria storica della città di Cesena e fa parte di una cortina che si sviluppa lungo la via Mura Federico Comandini, nel tratto ricompreso tra via Mulini e via Cesare Battisti
Il torrione è parte della cinta muraria della città di Cesena, un sistema fortificato di origine medioevale eretto a scopi difensivi verso attacchi esterni. La cinta è formata da una cortina muraria suddivisa in tratti rettilinei interrotti a distanza regolare da torri di guardia. Anticamente dunque la funzione del torrione era di fornire protezione per le sentinelle di guardia.
Dal XV al XIX secolo la cinta e le sue torri non hanno subito sostanziali modifiche, tuttavia le mura della città perdono progressivamente la funzione militare e acquisiscono una semplice funzione daziaria.
Nell’Ottocento e nel Novecento corposi fenomeni di inurbamento comportano una serie di interventi di ristrutturazione della città e della sua cinta muraria che viene demolita in più punti per dare spazio alle nuove arterie stradali. Dai registri delle partite del Catasto Fabbricati (si veda relazione storica allegata) si apprende che almeno fino alla fine dell’Ottocento il torrione viene adibito a fienile.
Nel secondo dopoguerra si attuano una serie di interventi di “ristrutturazione puntuale” su ogni tipo di edificio della cinta, conferendo ad alcuni manufatti nuove funzioni e alterazioni morfologiche mediante abbattimenti e superfetazioni. Presumibilmente in questo periodo il torrione oggetto di intervento acquisisce una funzione abitativa. Attualmente al piano primo e al piano secondo sono presenti tracce di una cucina con lavatoio e di un camino per il riscaldamento degli ambienti.
La memoria storica del vicinato riporta testimonianze intorno agli anni ottanta-novanta del novecento di un esercizio artigianale nel locale di piano terra adibito a produzione e vendita di piadina romagnola. Nel locale ci sono ancora le tracce dell’attività: è presente una canna fumaria per la cottura della piadina; sull’infisso verso la strada è presente una finestrella scorrevole tipo passa vivande per la vendita del prodotto.
Il progetto prevede il restauro conservativo del torrione nel suo complesso. Elemento propulsore della progettazione è il recupero degli spazi interni a fini abitativi. A questo si accompagna un intervento volto al ripristino dei solai e delle scale mediante utilizzo di materiali originali. Infine il restauro delle facciate esterne con interventi di riapertura di finestre tamponate.